• Pubblicata il
  • Autore: Paolo
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Rossella l'ingegnera - Friuli Venezia Giulia Trasgressiva

Torno spesso a Milano dai miei, zona Corvetto. La mia dirimpettaia Rossella Ce., al secondo piano della scala E, è una donna piuttosto brutta di viso anche se di corpo niente male: avrà una quinta di seno, fianchi abbastanza larghi e morbidi e una bocca piuttosto carnosa.
Nella vita fa l’ingegnere quindi è al di sopra di ogni sospetto. Ho sempre desiderato scoparla anche perché ho sempre pensato che il marito non fosse in grado di soddisfarla a dovere e che invece lei fosse una pervertita insaziabile; come vedrete su entrambe le cose non mi sbagliavo. Il mio desiderio di averla l’ho sempre dimostrato con sguardi da porco quando veniva a casa a parlare con mia madre o per qualche evento (cene, festeggiamenti etc..). Lei ricambiava gli sguardi ma più per curiosità che per altro: per intenderci i suoi sguardi non erano da porca ma erano i tipici sguardi che una persona vi lancia perché sa che la state guardando; a volte addirittura notavo un certo imbarazzo in lei. In ogni caso sono sicuro che il significato di quei miei sguardi le fosse molto chiaro; ciò che fino ad Agosto non ho mai capito è se realmente le desse fastidio o no.
Era domenica mattina e mi trovavo in cantina per prendere delle cose. Ad un certo punto sento aprire la porta di un’altra cantina, mi sporgo e vedo lei: tuta, ciabatte e maglia da casa. Nonostante non ci fosse nulla di attraente al solo vederla mi eccito; la saluto, le vado incontro e comincio a parlare del più e del meno. Sono sicuro che lei stesse ripensando a tutti i miei sguardi ed al loro significato anche se non lo dava a vedere. Come al solito attacca a parlare dei suoi 2 figli maschi e del marito Franco M. che sono a Bari per vacanza così lei è sola. Sono molto eccitato: la situazione mi dà coraggio e allora inizio a dire quelle cose tipo:”ma tuo marito si fida a lasciarti qui da sola? … una donna come te può essere oggetto del desiderio di tanti uomini “ etc. Lei ride divertita, un po’ si schermisce, alla fine va via, ma prima di riprendere l’ascensore mi dice se dopo pranzo voglio passare da lei per un caffè.
Quando sono rientrato in casa non sapevo cosa pensare: in fondo era un’amica di famiglia, era moglie e madre come poteva aver fatto quell’invito con un secondo fine? E del resto sicuramente aveva capito i miei pensieri in tutte le circostanza in cui ci si era visti…. Tutti i miei dubbi vennero chiariti quando, dopo pranzo, suonai al suo campanello. Non mi venne ad aprire la solita donna sobria, anonima e tutto sommato indesiderabile che avevo sempre visto; indossava una camicetta annodata sul ventre e coi primi tre bottoni non allacciati. Si intravedeva il suo grosso seno non retto da alcun reggiseno … Aveva poi una gonna di quelle estive svolazzanti corta fin sopra il ginocchio e scarpe con il tacco abbastanza alto. Inoltre era truccata pesantemente ed emanava un profumo che mi penetrava profondamente nelle narici: di certo una che aspetta un vicino per un innocente caffè non si concia così come una vera troia. Rossella, le ho detto, non ti ho mai vista così, e già il mio coso fra le gambe si inturgidiva al pensiero di noi due a letto insieme. Mentre prendevamo il caffè ovviamente riprendo il discorso della mattina a proposito delle donne sole col marito in vacanza e dei relativi rischi. Stavolta però entrambi sappiamo dove finiremo e quindi il discorso diventa subito più “ a luci rosse” e personale.Inizio a fare insinuazioni sul fatto che Franco, il marito, non mi sembra uno molto virile, che la soddisfi appieno ecc. Lei mi risponde confermando tutto, parlando male, anzi malissimo, del marito come amante e ridendo divertita del fatto che, con lui assente, ne possa parlare così male con un altro uomo…. E’ il momento: infilandole una mano sotto la gonna e accarezzandole la coscia le dico che invece io al posto di suo marito l’avrei scopata ben bene.
Pochi minuti dopo eravamo a letto con lei che me lo leccava ed io che la leccavo a lei, bagnandomi completamente la faccia dei suoi umori. Ancora un po’ ed ero sopra di lei che la chiavavo a più non posso mentre lei mi diceva cose irripetibili nell’orecchio e mi teneva le mani sulle chiappe per farmi spingere di più, continuando di tanto in tanto a ridere del suo marito impotente e adesso pure cornuto per merito del vicino di casa! Che fosse una puttanona insaziabile ne ebbi la conferma quando mi chiese di metterglielo anche nel culo.
Una pervertita così meritava un finale da pervertito: quando sentii che stavo per eruttare tutto quello che avevo accumulato in anni di masturbazioni pensando a lei scesi dal suo corpo, scesi dal letto e la costrinsi in ginocchio a leccarmelo mentre le tenevo la testa e le tiravo i capelli. Vedermi nello specchio mentre facevo ciò nella sua camera da letto mi eccitava da matti; al culmine della follia da orgasmo girai verso di noi la foto dove c’erano lei e suo marito il giorno della nozze. Ero fuori di me dal piacere; continuavo a dirle adesso bevi tutto, adesso bevi tutto, ben sapendo che l’avrebbe fatto. Ed infatti di li a poco le riversai in bocca una enorme quantità di sperma caldo che la puttana bevve fino all’ultima goccia.

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